L’influenza è una malattia, molto contagiosa, provocata dai virus influenzali ogni anno diversi, che colpisce nel periodo autunno-inverno ed è caratterizzata da sintomi inizialmente a carico dell’apparato respiratorio (secrezioni dal naso, fastidio/dolore alla gola, tosse con o senza difficoltà nel respirare), ma che tendono poi a interessare tutto l’organismo.
Alberto Villani – Direttore UOC Pediatria Generale e Malattie Infettive – Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – IRCCS – Roma. Presidente Società Italiana di Pediatria
Spesso l’influenza causa febbre, dolori diffusi a muscoli e ossa, mal di testa e, non raramente, un interessamento anche dell’apparato gastroenterico con dolori addominali, vomito, diarrea. Nei bambini piccoli l’influenza può manifestarsi con irritabilità, pianto e inappetenza. L’influenza si trasmette per via aerea attraverso le goccioline di saliva e le secrezioni respiratorie. Areare bene gli ambienti, coprire la bocca quando si starnutisce/tossisce, usare fazzoletti di carta monouso, ma soprattutto il lavaggio delle mani possono limitare la diffusione del virus e la sua contagiosità.
Purtroppo si è contagiosi già qualche giorno prima che si manifestino i sintomi e fino a 5-7 giorni dopo l’inizio della malattia; i bambini sono contagiosi per più tempo. Nella grande maggioranza dei casi l’influenza è una malattia non grave che può essere gestita a casa stando a riposo, avendo cura di bere e assumendo i soli farmaci sintomatici prescritti dal medico (essenzialmente medicine contro la febbre). È importante rispettare un breve periodo di convalescenza, riprendendo le normali attività non prima di 1-3 giorni dalla completa scomparsa dei sintomi. L’influenza può essere una malattia importante nei soggetti più fragili e considerati a rischio: bambini molto piccoli, anziani e soggetti con patologie associate (cardiopatie, patologie respiratorie croniche, diabete, malattie neuromuscolari, nefropatie, patologie oncoematologiche, patologie infiammatorie intestinali e reumatologiche e quant’altro indicato dal Ministero della Salute).
In queste categorie di soggetti sono frequenti le complicanze, anche gravi e tali da richiedere il ricovero ospedaliero. Nei soggetti a rischio l’influenza può essere anche causa del decesso: è quindi fondamentale che tutti siano vaccinati contro l’influenza e che siano vaccinati anche coloro che con questi malati hanno contatti. È possibile prevenire l’influenza mediante la somministrazione di vaccini specifici antinfluenzali, ogni anno specificamente preparati, che sono sicuri, efficaci e che rappresentano l’unica possibilità per non ammalarsi e quindi, non contagiare gli altri.
È possibile praticare il vaccino dalla seconda metà di ottobre fino a fine dicembre. La Società Italiana di Pediatria con la Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica e i medici delle cure primarie dell’adulto e del bambino hanno elaborato un importante documento di riferimento per la Sanità Pubblica (Ministero e Regioni), il “Calendario Vaccinale per la Vita”, nel quale vengono proposte come novità l’indicazione alla vaccinazione nelle donne in gravidanza nel corso del II e III trimestre e la vaccinazione in tutti i bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 6 anni, da considerare come fascia a rischio e alla quale offrire annualmente la vaccinazione universale. I bambini si ammalano di influenza 8-10 volte più frequentemente degli anziani e 4-5 volte di più degli adulti. Sono tra i principali responsabili della diffusione del virus influenzale tra la popolazione e, in particolare nella fascia di età 0-2 anni sono spesso ricoverati in Ospedale, in misura sovrapponibile a quello che avviene negli anziani.
È sempre più evidente e scientificamente dimostrato che le infezioni, particolarmente nei primissimi anni di vita, rappresentano un importante fattore di rischio sulla qualità di vita e sullo stato di salute in età adulta: la vaccinazione antinfluenzale nei bambini protegge quindi non solo dal singolo episodio di malattia, ma rappresenta anche un provvedimento di prevenzione e tutela per la salute dell’adulto di domani. Un’ultima riflessione sull’importanza che i medici siano i primi a vaccinarsi contro l’influenza, non tanto per proteggere se stessi, ma per un doveroso ed etico rispetto nei confronti dei loro pazienti. Un medico che non si vaccina contro l’influenza, non è un buon medico.
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